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FRAMMENTI DI STESICORO
1.
Molte mele cidonie lanciavano verso il carro, al signore,
e molti ramoscelli di mirto,
e corone di rose, e morbidi serti di viole.
2.
No, questa storia non è vera:
sulle navi dai bei banchi tu non andasti mai,
e non giungesti alla rocca di Troia.
3.
Parve a lei che un serpente, macchiato di sangue in cima alla testa,
avanzasse; e dal serpente uscì fuori il re Plistenide.
4.
Una volta Tindaro,
facendo sacrifici a tutti gli dèi, solo di Cipride
dai dolci doni si dimenticò. Irata allora con le figlie di Tindaro,
bigame e trigame le rese la dea,
e abbandonamariti.
5.
...
«Non aggiungere ai dolori angosce penose
e, per il futuro,
attese gravi tu non predirmi.
Non sempre allo stesso modo,
sulla terra sacra, gli dèi eterni
posero continua la discordia agli umani,
e neppure la concordia: ogni giorno
una mente diversa ispirano gli dèi.
Le tue profezie, o signore, non tutte le avveri Apollo
che lungi saetta.
Ma se è destino - e così han filato le Parche -
ch'io veda i miei figli uccisi l'uno dall'altro,
giunga allora a me sùbito il compimento della morte odiosa,
prima ch'io veda
questi eventi dolorosi, causa di molti gemiti e di pianto:
i figli morti
nel palazzo o la città espugnata.
Suvvia, o figli, date ascolto alle mie parole, amati figli.
Un esito tale a voi io propongo:
che abbia uno la reggia e abiti nella patria Tebe;
e se ne vada l'altro,
tenendo per sé le greggi tutte e l'oro del padre;
e sia la sorte a decidere,
chi per primo sarà estratto per volere delle Parche.
Questo può essere - credo -
lo scioglimento del vostro triste destino,
secondo i moniti del divino vate;
se davvero il Cronide vorrà salvare la progenie e la città
di Cadmo signore,
per molto tempo rinviando la sventura che alla stirpe
regale il destino ha fissato».
Così disse la chiara donna, parlando con dolci parole,
e volendo porre fine alla contesa dei figli nel palazzo,
e insieme a lei l'indovino Tiresia: ed essi diedero ascolto
...
6.
a
Quasi di fronte
alla famosa Eritea,
presso le sorgenti innumerevoli, dalle radici d'argento,
del fiume Tartesso, nella caverna di una roccia
ella partoriva.
b
Attraverso le onde del mare profondo giunsero
all'isola bellissima degli dèi.
Qui, le Esperidi hanno case
tutte d'oro.
c
...
con le mani... A lui
rispondendo,
disse il forte figlio
di Crisaore immortale e di Calliroe:
«Non impaurire l'animo mio audace,
ponendo davanti ai miei occhi la morte agghiacciante;
né...
Se la mia stirpe è immune da morte
e dalla vecchiezza, così da prendere parte
alla vita degli dèi nell'Olimpo,
è meglio...
...
...
...
Ma se, o caro, bisogna ch'io giunga
all'odiosa vecchiaia,
se vivere devo tra gli uomini effimeri,
lontano dagli dèi beati,
molto meglio è, ora, per me sopportare
il destino mio
e vergogne...
alla stirpe intera...
il figlio di Crisaore:
questo non vogliano gli dèi
immortali.
d
... io, infelice e madre di figli
maledetti, io che ho sofferto pene indimenticabili,
io ti imploro Gerione,
se mai la mammella io ti porsi...
e
... rimaneva presso Zeus
signore di tutto.
Atena occhi azzurri, allora,
con aperte parole parlò allo zio materno
potente, guidatore di cavalli:
«Suvvia, memore della promessa
che mi hai fatto,
(non cercar di salvare) Gerione dalla morte
f
...
il dardo che nella punta
aveva il destino di morte, intriso
nel sangue... e nella bile,
per i dolori dell'Idra, che gli uomini uccide,
dal collo screziato. In silenzio,
furtivamente, nella fronte si conficcò:
e lacerò la carne e le ossa
per volere di un dio.
In cima alla testa rimase
infisso il dardo,
e di sangue purpureo contaminava
la corazza e le membra insanguinate.
Reclinò Gerione il collo
di lato, come a volte un papavero
quando, deturpando il corpo tenero,
lascia cadere i petali
...
g
Quando la forza del figlio di Iperione
sulla coppa d'oro saliva,
perché, varcato l'Oceano,
giungesse al profondo della sacra
notte e oscura,
dalla madre e dalla moglie legittima,
e i cari figli,
egli, a piedi, nel bosco ombroso
di allori andò, il figlio di Zeus...